Gestire o farsi gestire dal rating

 

Il rating del credito è diventato un vero e proprio tormentone per la vita aziendale, su cui impatta fortemente.

Le diverse crisi bancarie e le norme di regolamentazione che ne sono derivate hanno posto al centro delle valutazioni la rischiosità del cliente e la sua capacità restitutoria (sia in senso generale: di settore, che specifico: di azienda). Il rating che la banca attribuisce è pertanto fattore determinante di sviluppo per tutte quelle realtà che necessitano del ricorso al finanziamento bancario per le attività di sviluppo.


Vi sono alcune cose da sapere:

  1. La formazione del rating non è uguale per tutte le banche, anche se vi sono linee guida ed elementi comuni;
  2. Ogni valutazione parte dal bilancio di esercizio;
  3. Il monitoraggio del cosiddetto andamentale è importantissimo per la corretta gestione del rapporto banca/cliente.

Il rating esprime il grado di rischiosità del cliente e quest’ultimo si ricava dallo scoring. Alcuni indici di bilancio possono compromettere seriamente il risultato ma, appunto, conoscendo i dati di bilancio, posso prevenire e migliorare lo scoring.


Vediamo i quattro principali indici che lo influenzano:

  1. Grado di copertura delle immobilizzazioni nette (Patrimonio Netto + Passività a M/L termine / Immobilizzazioni nette): il valore di riferimento va da 0,75 a 1,5;
  2. Grado di dipendenza finanziaria (Patrimonio Netto / Capitale Investito): valore di riferimento da 0,05 a 0,2;
  3. Incidenza degli oneri finanziari (Oneri Finanziari / Valore della produzione): valore di riferimento da 0,04 a 0,01;
  4. Liquidità generata dalla gestione (Risultato d’esercizio + Ammortamenti + Accantonamenti e Svalutazioni / Capitale Investito): valore di riferimento da 2 a 5.

Quanto più l’azienda sarà in grado di tenere sotto controllo tali indici, approntando le necessarie politiche di monitoraggio e miglioramento, tanto migliore sarà il suo grado di “bancabilità”.

 
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